Il presidente mondiale degli enologi analizza le storture che penalizzano le bottiglie made in Italy. E, dopo la battaglia contro i vini dealcolati, annuncia di starci lavorando «con spirito di servizio verso i produttori»: il suo primo vino senza alcol sarà pronto ad ottobre
00:01Passiamo invece alla questione internazionale, i dazzi. Cosa succede adesso?
00:07Stiamo focalizzando i dazzi come il problema principale, non lo sono. Abbiamo altri problemi in Italia.
00:14I dazzi prima o poi li toglieranno perché non può questo signore un po' così curioso, il Presidente degli Stati Uniti, fare queste criminalità finanziarie per il mondo.
00:26Quindi sicuramente si risolverà nel tempo, magari non domani, ma neanche troppo.
00:33Qual è il problema europeo per l'Italia?
00:35Perché noi siamo masochisti perché non solo non sappiamo descrivere i nostri vini, ma spesso ne parliamo anche male.
00:42Facciamo azioni politiche che contrastano con la protezione di questi marchi.
00:47Esempio, codice della strada, presentato come un terrorismo, tutti in galera, via le macchine, ogni cosa viene ritirata.
01:00Sbagliatissimo. Io non dico che bisogna stare attenti, anzi ci vogliono limiti perché vale più una vita umana che un bicchiere di vino.
01:06Però non presentando così da spaventare i consumatori.
01:10I primi tre mesi a Roma abbiamo perso il 28% di consumo.
01:15Adesso si stanno un po' ridimensionando, è stata una cosa comunque molto molto negativa.
01:20L'altro è vino e salute. Non è alcol e salute, è vino e salute.
01:23Quindi si dà al vino ogni responsabilità di ogni malattia.
01:27Raffreddore? Colpa del vino. Ci gira la testa? Colpa del vino.
01:31Mal di stomaco? Colpa del vino. Tumori? Colpa del vino.
01:35Basta.
01:36Non si può andare avanti così.
01:38Abbiamo più di scienziati che di un consumo ragionevole, consapevole e moderato, è propeteo di quella salute umana.
01:47Però fa comodo fare scandalo sul vino.
01:49Tutti amano il vino, quindi si tocca qualcosa di amato, capta anche l'interesse dei lettori o di vedere le televisioni.
01:58E poi la stampa.
02:00Abbiamo una stampa che io a volte vi scovo fuori leggere.
02:04Perché capisco le critiche e tutto quello che si deve fare, ma non criminalizzare un prodotto che è l'icona, la bandiera del nostro paese.
02:13Non ci sono altri prodotti dell'agroalimentare che, come il vino, sono veicoli di conoscenza della nostra cultura, della nostra storia.
02:21Basta di permettere a queste persone di infangare questo ricco prodotto che la natura ci ha dato e che gli uomini trasformano.
02:31Senta, ma durante la degustazione online lei ha detto una cosa, cioè il vino italiano fa un grande piagnisteo.
02:37Non il vino, né il produttore, né i produttori, né gli enologi.
02:43Questi, come possiamo chiamarli per non essere troppo aggressivi, pseudo intenditori, che secondo me non sanno distinguono una vita da un cactus.
02:53Quindi come fanno a parlare di vino?
02:55Dio solo lo sa, è una presunzione che hanno.
02:58E poi fa piacere fare scandalo.
03:00Ripeto, perché il vino è qualcosa di amato dagli italiani, quindi è come se toccassero il nostro figlio.
03:06Quindi c'è interesse a sentire cosa dicono o cosa scrivono.
03:10Succedesse una cosa del genere in Francia, migliaia di loro in Francia, metterebbero queste persone dentro la bastiglia e butterebbero via le chiavi.
03:17Noi gli permettiamo di fare questo e ben altri.
03:21Quindi i piagnisteo sono le grandi, la demonizzazione, l'indice.
03:26La denominizzazione del prodotto, il che non è giusto, non è corretto, anzi è un crimine.
03:33L'ultima domanda sul mondo nolo, nolo-alcol.
03:38Allora, noi, io come Presidente Mondiale ero addirittura il più aggressivo.
03:43Inizialmente abbiamo preso questa proposta di produzione un po' male, male non male, abbiamo ragionato con il cuore, perché non è più un vino.
03:53Abbiamo fatto battaglia per non chiamarlo vino, non ci siamo riusciti.
03:56Poi abbiamo ragionato un po' di stomaco per i produttori.
04:02È un momento di crisi del nostro prodotto, di grande crisi, mancano i consumi e tutti i problemi di prima.
04:09Per cui bisogna comunque provarci.
04:11Il compito di noi oggi è farlo meno cattivo possibile.
04:14che sia un prodotto comunque da consumare, purché ricordi e faccia desiderare il vero vino.
04:20Cioè quello con l'alcol naturale che l'uva porta in cantina.
04:24Lei ci sta lavorando a un progetto nolo, in alcune delle sue collaborazioni?
04:30Ci stiamo lavorando, siamo quasi alla fine del percorso.
04:33Però ripeto, non è un vino.
04:34Ma dove? Con chi?
04:35Con chi non glielo posso dire?
04:38Dall'Italia, al Giappone, alla Spagna, alla Francia, all'Ungheria, all'America, in diverse parti dove io lavoro.
04:45Comunque noi enologi dobbiamo ragionare per come pratici, staccano visti.
04:53Se c'è un prodotto da fare, comunque al di là di quello che noi pensiamo o meno,
04:56dobbiamo realizzarlo se il produttore lo vuole e farlo meglio possibile.
05:00Mi dica solo che uve usa in Italia per questo prodotto.
05:03Allora, le uve migliori sono le uve aromatiche.
05:06L'aroma nasconde un pochettino qualche difetto dovuto all'acidità, dovuto anche alla struttura che non c'è.
05:11Quindi silvane, in questo caso moscato, aleatico.
05:16Tutto ciò che è un patrimonio olfattivo.
05:20E lì è abbastanza facile.
05:21Per gli altri vini senza aroma ci stiamo lavorando ma faremo qualcosa di non cattivo anche in quel caso.