00:00Domatti, lei ha fatto una scelta molto particolare, ha rinunciato per qualche settimana al comfort della sua comunità per salire a bordo di una nave e andare a salvare in mare i profughi. Come mai questa decisione?
00:38Per questo trovo bene lo spirito con cui ho fondato Mediterranea, l'impegno, la generosità che ci hanno messo e il coraggio anche, per cui quando mi hanno chiesto di prendere parte della missione come caperano di bordo ho accettato per amicizia nei confronti loro e per amicizia nei confronti di tante persone migranti a Modena e a Bologna che hanno attraversato il mare, il deserto, che hanno subito torture in Libia.
01:05So bene cosa significa Mediterraneo Centrale per loro.
01:09Ovviamente a bordo di queste navi si trovano uomini e donne provenienti da ogni paese e soprattutto di ogni religione, questo è il simbolo che non bisogna necessariamente per aiutare una vita umana avere lo stesso credo?
01:53E' la nostra comunalità , è essere tutti fratelli e sorelle all'interno di questa grande famiglia umana.
01:59Che cosa le dicevano le persone appena sbarcate, appena arrivate?
02:02Alle persone la prima cosa che ci hanno risposto quando Maso Notarianni, il nostro coordinatore incaricato di approcciarli per primo, ha chiesto loro ora di fronte, da dove venite?
02:12Loro hanno emesso un grido straziante dicendo we have found the hell, veniamo dall'inferno.
02:18Poi a bordo quando si sono ripresi hanno realizzato di essere stati salvati, hanno iniziato a pregare, a cantare, a ringraziare Dio e veramente sono loro che hanno fatto anche riscoprire a noi che la vita è un dono che ci viene dato e che siamo chiamati a condividere con gli altri.
02:35Quindi qual è il messaggio che si porta dietro da questa esperienza?
02:38Il messaggio è la riscoperta della nostra comune umanità e l'invito a tutti quanti a credere veramente nell'umanità , a credere che in un mondo segnato da ingiustizia, da violenze, da diseguaglianze, da difficoltà enormi come quello che stiamo vivendo,
02:55tuttavia ci sono tanti segni positivi anche nell'ascita, tanti scintille positivi nell'interraneo oltre a questo e veramente c'è possibilità che il nostro mondo possa cambiare, possa diventare più giusto e più fraterno se tutti quanti apriamo il nostro cuore a questi sentimenti e a riconoscere in ogni altro essere umano che incontriamo, un fratello o una sorella a memoria della nostra stessa unica grande comunità umana.
03:20Lei oggi incontra i ragazzi dell'Alessandrini di Montesilvano, quanto è importante parlare e lanciare questo messaggio alle nuove generazioni?
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