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Palermo, rimosso il cartello in memoria della ragazza uccisa per essersi ribellata al padre mafioso
Giornale di Sicilia
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1 anno fa
Da mesi viene chiesta al Comune una targa stabile
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Il cartello in via Papa Sergio Primo, il ricordo di Lia Pipitone, figlia del boss della
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Renella Antonino, uccise il 23 settembre 1983 all'età di 25 anni per mano mafiosa, era
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provvisorio in attesa di una targa.
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Dopo sei mesi la targa non c'è ancora e non c'è più nemmeno il cartello.
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Per questo il coordinamento di Libera Palermo torna sul posto ad attaccarne un altro.
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Se l'autorizzazione non arriva dal proprietario dell'immobile, si chiede al comune allora
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di posizionare una pietra sul marciapiede in memoria della ragazza vittima di mafia,
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ma anche in questo caso cala il silenzio.
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Allora, una piccola battaglia è stata vinta perché nel maggio di quest'anno la Corte
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Costituzionale ha dichiarato illegittimo l'impedimento fino al quarto grado per il riconoscimento
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dello status di vittima innocente di mafia, chiaramente però è solo un primo passo e
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bisogna lasciare la palla alla politica, ma per il resto nel frattempo la targa qui è
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stata rimossa, era chiaramente una targa temporanea e nel frattempo il coordinamento
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di Palermo o di Libera ha chiesto autorizzazione al comune per una pietra di inciampo che restituisca
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definitivamente la memoria di Lia a questo quartiere.
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Tuttavia, da sei mesi a questa parte ancora non abbiamo ricevuto risposta e l'occasione
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del 41esimo anniversario della morte di Lia Pipitone ci sembrava l'occasione giusta per
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ribadire questa richiesta al comune di Palermo.
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Al di là dei cartelli che dovrebbero essere posti e apposti all'innovazione di questo
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spazio urbano, ricordo di Lia Pipitone che la presenza di persone, di cittadini e cittadine
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la conferma, questa città non vuole dimenticare e fa la ricerca della verità , spesso la veritÃ
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giudiziaria non è raggiunta, non si può raggiungere, non è raggiunta come si vorrebbe,
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ma resta il conforto e il desiderio di rivendicare la verità storica.
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La verità storica ricorda che una giovane è stata uccisa solo perché voleva vivere
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libera come una persona normale in un paese normale e questo è stato impedito in un tempo
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nel quale non solo c'era la mafia a Palermo, la mafia governava, governava l'ambiziazione
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comunale e governava la testa delle persone, quel tempo dobbiamo lasciarci alle spalle
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e fare memoria anche in modo per dire che non vedremo più vivere comandati dalla mafia.
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In questo momento l'amarezza più grande è stata che è stata sportata la targa che abbiamo
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messo a marzo perché indubbiamente questo è un chiaro segnale che esiste ancora parecchio
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mertà e probabilmente anche paura, seppure entrambi sono diametralmente controposti come
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sentimenti per me sono indubbiamente uno stimolo per continuare la lotta e in questo ringrazio
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libera che con caparbietà e perizia continua a supportare me e chi come me continua a sposare
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come ideologia di vita la lotta contro ogni forma di criminalità e in questo caso della
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mafia.
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Mi auspico che quello che attualmente è il silenzio del comune, la sordità di quest'ultimo
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nella richiesta venga quanto prima ascoltata perché sono dell'idea che la fissione di
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una targa piuttosto che una pietra di unciampo sia un motivo di orgoglio sia per chi abita
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che per chi ha un'attività commerciale nella location designata.
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Evidentemente ad oggi, ripeto, la paura e probabilmente l'omertà la fanno da padrona
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per cui spero che possiamo rivederci visto che sta diventando un appuntamento fisso in
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questa location per poter constatare l'installazione ad essere motivo di orgoglio.
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Legittimo per quanto secondo me anacronistico è fortemente pericoloso che il proprietario
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di Costemura non ritenga opportuno l'apposizione della targa nella sua proprietà .
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È gravissimo che l'amministrazione comunale invece non abbia scelto di dare un segnale
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forte, netto, immediato e chiaro apponendo immediatamente nel primo luogo pubblico prossimo
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a questa strada una pietra di unciampo perché sono scelte che danno segnali sbagliati anche
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quando fossero state guidate soltanto da sciatteria consegnano alla città una pericolosissima
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tendenza al fatto che la memoria delle vittime di mafia si può cancellare e Palermo non
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se lo può permettere.
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