Migranti, in Toscana l'accoglienza passa anche dal calcetto

  • 8 mesi fa
Firenze, 20 set. (askanews) - Un'idea semplice quanto efficace: lo sport, il calcetto, come punto di ritrovo tra migranti e italiani. Siamo a Vaglia, sulle colline fiorentine, nella piccola frazione di Bivigliano, che, assieme a Pratolino, ha ricevuto un numero importante di ospiti, soprattutto in proporzione alla popolazione residente, in due centri di accoglienza straordinaria.Giovanni Cresci, segretario del Pd di Vaglia, spiega: "Le partite sono nate perché qui nel territorio di Vaglia abbiamo circa 220, 230 migranti, più alcune famiglie peruviane e romene che vengono dal territorio di Firenze. Alcuni sono all'Hotel Giotto di Bivigliano, altri all'Hotel Demidoff, quindi sono un po' in mezzo al niente. L'idea era organizzare qualcosa che potesse far entrare in contatto gli abitanti di Bivigliano e delle frazioni intorno con gli ospiti che abbiamo qui per periodi più o meno lunghi del centro di accoglienza straordinaria. La cosa più ovvia che ci è venuta in mente, visto che per la maggior parte sono ragazzi che vogliono giocare a pallone, è stata di organizzare delle partite di calcetto"Il calcetto, se è utile a superare le barriere linguistiche e culturali, non è sufficiente però a risolvere questioni più pratiche. "Il problema più grosso - spiega ancora Cresci - sono i trasporti, perché stanno in frazioni poco servite dal trasporto pubblico, quindi la sera tornano da Firenze e sono gruppi consistenti di persone che camminano al buio a lato della strada, quindi non è facile vederli, qualcuno indossa una pettorina, la maggior parte no, quindi c'è anche un problema di sicurezza stradale. Stiamo cercando di trovare delle soluzioni a questo, anche se non è banale"Il sistema dell'accoglienza diffusa, che finora ha retto in Toscana, passa anche dall'integrazione con i servizi pubblici.

Consigliato