Parla il superstite della strage di Caselle: «Hanno devastato la mia vita, spero paghino»

  • 9 anni fa
«Da questo processo mi aspetto giustizia. Adesso sono solo, a sopportare un’intera vita senza di loro». A parlare, per la prima volta davanti a una telecamera, mostrando tutta la sofferenza con cui convive da un anno e mezzo, è Maurizio Allione, l’unico superstite della “strage” di Caselle. Maurizio, che ha 30 anni, è rimasto solo. Il padre, Claudio Allione, ex impiegato Sagat di 66 anni, la madre, la professoressa Maria Angela Greggio di 63 anni e la nonna, Emilia Campo Dall’Orto, 93enne, sono stati uccisi a coltellate la sera di un venerdì sera, il 3 gennaio 2014, nella villetta della cintura di Torino in cui vivevano. Maurizio si era salvato perché aveva deciso di trascorrere quel week end in montagna con alcuni amici. Per il triplice delitto è a processo davanti alla Corte d’Assise Dorotea De Pippo, la ex colf della famiglia. Il suo ex compagno, Giorgio Palmieri, è stato condannato all’ergastolo con rito abbreviato il 20 gennaio 2015. Maurizio Allione, assistito dall’avvocato Stefano Castrale, si è costituito parte civile. «Da quando ha perso tutti – spiega il legale – prende psicofarmaci e frequenta un centro di aiuto psicologico. La sua vita è cambiata così: dai genitori alle medicine». Dorotea De Pippo, difesa da Giulio Calosso, ha scelto e ottenuto di essere processata con rito abbreviato. In udienza l’imputata ha reso una dichiarazione spontanea davanti alla corte, affermando di essere innocente. «Sono entrata in quella casa ma poi sono andata via. Non volevo vedere Palmieri col coltello. Non l’ho costretto a fare niente. Poi lui è tornato pieno di sangue…è vero ho speso i soldi degli Allione ma non sapevo come pagare le bollette. Mi sono pentita tantissimo di avere usato il loro denaro e non me lo perdonerò mai». Giorgio Palmieri, sentito prima della De Pippo, a sua volta ha scaricato la colpa sulla ex: «Volevo legarli ma non ucciderli. E’ stata lei a premeditare tutto. Guai se uscivo da casa Allione senza prendere niente, guai! Lei voleva i soldi». L’uomo ha anche sostenuto che sarebbe stata la sua ex compagna a sbarazzarsi dell’arma del delitto, gettandola nel bidone dell’immondizia di una sua amica di Caselle. Secondo i pm Fabio Scevola e Roberto Sparagna, anche se Palmieri, reo confesso è l’autore materiale del triplice delitto, sarebbe stata Dorotea ad avere pianificato gli omicidi, mossa sia dal bisogno di denaro, che, soprattutto, dal rancore verso una famiglia che la avrebbe trattata male quando era colf e che la avrebbe accusata di avere rubato una collanina d’oro che apparteneva alla signora Greggio.

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