Il drone guida la rompighiaccio australiana verso il Polo Sud

  • 8 anni fa
A volte per navigare nelle difficili acque dell’oceano Antartico non bastano radar e satelliti (Gps). C’è bisogno di qualcos’altro, di qualcosa di completamente nuovo. Per esempio di un drone. La rompighiaccio australiana «Aurora Australis» ha utilizzato un quadricottero nei suoi nove giorni di navigazione per raggiungere la base Casey in Antartide.I vantaggi «È la prima volta che l’Australian Antarctic Division (Aad) utilizza i droni nelle sue operazioni navali», ha detto Matt Filipowski, capo del settore nuove tecnologie della Aad. «A differenza dell’impiego di un elicottero, un drone può essere operativo in pochi minuti, costa molto meno e occupa poco spazio: è sufficiente un’area di 4 metri per 4». I problemi. L’uso di un drone in un ambiente estremo come l’oceano Antartico è stato tutt’altro che semplice. «Agli strumenti elettronici non piace la neve, alle batterie non piace il freddo e alla bussola del drone non piacciono le tonnellate di acciaio della nave», ha spiegato James Rennie, direttore della Civil Aviation and Safety Authority australiana, che ha supervisionato il test. «La bussola del drone non poteva essere calibrata a bordo della nave e deve altresì operare di concerto con il Gps. C’erano quindi forti probabilità che il drone potesse comportarsi in modo imprevedibile. Si è così deciso di disabilitare il Gps del drone e di manovrarlo in modalità al 100% manuale. Tutto è andato bene e il drone ha dato i risultati che ci aspettavamo», ha aggiunto Rennie.Il quadricottero si è alzato in volo cinque volte per circa 8 minuti per volo fornendo al comandante della «Aurora Australis» informazioni in tempo reale delle condizioni del ghiaccio che copriva il mare, consentendo di assumere le decisioni migliori sulla rotta da seguire.

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