Il racconto della giornalista Milashina dopo l'aggressione in Cecenia

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Roma, 5 lug. (askanews) - Nelle immagini girate a Vladikavkaz, Russia Meridionale, e diffuse dal gruppo per i diritti umani russo "Crew Against Torture", la giornalista investigativa della Novaya Gazeta, Elena Milashina, racconta come è stata picchiata brutalmente assieme all'avvocato per i diritti umani Aleaxander Nemov, dagli aggressori al loro arrivo a Grozny, in Cecenia, dove si trovava per seguire un processo. Seduta sul letto di un ospedale con i capelli rasati e tinti di verde, colore usato per etichettare i detrattori del Cremlino, la giornalista russa afferma: "Ci hanno spinto in un anfratto e hanno iniziato a picchiarci". Milashina si è occupata degli abusi contro i diritti umani e gli oppositori politici in Cecenia, la repubblica della Federazione russa governata dal sanguinario Ramzan Kadyrov. Ha ricevuto più volte minacce di morte e in passato aveva anche lasciato temporaneamente la Russia per questo motivo. "Loro hanno spinto l'autista del taxi fuori dall'auto, hanno spinto giù le nostre teste, hanno cercato di legare le mie mani dietro la schiena. Sembrava, in quel momento che avessero accoltellato Sasha (l'avvocato Alexander Nemov, ndr), perché il sangue ha iniziato a uscire da là (dalla gamba di Nemov, ndr). Hanno guidato per una certa distanza e l'auto ha iniziato ad andare avanti a stento. Loro non erano capaci di girarsi. Così ci hanno spinto in un anfratto e hanno iniziato a picchiarci". "Loro affermavano in modo esplicito (all'avvocato Alexander Nemov) 'tu stai difendendo troppe persone qui, vai a difenderli a casa, non c'è bisogno di difendere nessuno qui'. Ho sentito questo e mi ha fatto paura perché volevano che levasse le braccia dalla faccia per poterlo picchiare più forte con i piedi".