Star investe sul pesto Tigullio sostenibile: si parte da basilico

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Milano, 18 apr. (askanews) - La sostenibilità di quello che mangiamo comincia nei campi, là dove nascono le materie prime. E questo vale ancora di più se parliamo di un alimento come il pesto che ha in un frutto della terra, il basilico appunto, l'ingrediente principale. E' da qui che Star, oggi di proprietà del gruppo spagnolo GBfoods, è partita per rendere i pesti a marchio Tigullio via via più sostenibili."I consumatori di oggi vogliono essere sempre di più rassicurati sul fatto che le loro scelte alimentari abbiano un impatto positivo sul pianeta un impatto positivo anche sulla salute - ha spiegato Silvia Dimartino, marketing manager Tigullio - Nel nostro percorso siamo partiti dal basilico che da oggi nel nostro prodotto Tigullio è 100% da agricoltura sostenibile è solo l'inizio di un percorso più ampio che metterà sempre di più la sostenibilità al centro delle nostre scelte strategiche". La coltivazione del basilico dei pesti Tigullio avviene secondo i requisiti della certificazione Iscc Plus, International sustainability and carbon certification, uno standard di natura volontaria che ha come punto di partenza la collaborazione sostenibile di filiera:"La certificazione è uno strumento di garanzia, è uno strumento che fornisce delle linee guida e pretende dei requisiti in modo da garantire una sostenibilità di fatto e non concettuale -Andrea Drago, responsabile r&d Star - l'altro fattore importante della certificazione è che prende tutta la filiera quindi obbliga tutti gli attori che fanno parte di una catena di valore, in questo caso il basilico per arrivare al pesto, obbliga tutti ad avere tutti le stesse caratteristiche e seguire tutti le stesse linee guida". Coltivare il basilico secondo i criteri di questa certificazione significa ripartire dal rispetto degli equilibri ambientali, ripensando alcuni modi fare agricoltura come ci ha raccontato Giuseppe Bonati, storico fornitore di basilico per Star che nei suoi 40 ettari di terreno produce circa 30mila quintali di prodotto all'anno:"Sono state solamente fatte delle piccole modifiche a livello della nostra azienda - ha raccontato Giuseppe Bonati - un esempio può essere quello delle fasce fiorite che noi non pensavamo mai di farle e invece abbiamo inserito queste fasce fiorite per le api, l'introduzione del ripristino della quantità di carbonio a livello del terreno, l'utilizzo di varietà tolleranti quindi varietà che non si ammalano e come ultimo quella di una nostra idea che stiamo condividendo con loro l'utilizzo della ozono terapia per la resa del basilico e delle malattie fungine e parassiti". Per Tigullio che ha lavorato due anni con gli agricoltori per arrivare alla certificazione, sostenibilità significa anche rispettare i tempi della natura garantendo la lavorazione del basilico entro le 24 ore dalla raccolta. Parliamo di 1.400 tonnellate di basilico fresco all'anno, che vengono trasformate nei diversi tipi di pesto alla genovese, di cui nel 2022 sono stati venduti 10,2 milioni di vasetti il 12% in più rispetto all'anno prima. Un risultato che il percorso di sostenibilità punta a migliorare ulteriormente:"Sono stati fatti degli investimenti perché la sostenibilità all'inizio è sempre percepita, e di fatto lo è, un costo - ha detto Drago - ma quello che posso dire è che questi investimenti poi rientrano perché una volta che ci si struttura e si unisce tutta la catena poi si hanno i benefici".

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