Generali Italia, welfare aziendale come relazione con la comunità

  • 2 anni fa
Trieste, 31 mag. (askanews) - Il welfare aziendale come impegno concreto per i dipendenti, ma anche per le comunità. A Trieste Generali Italia ha aperto le porte del proprio asilo nido negli spazi del Molo 4 nel complesso del porto della città Giuliana, alla presenza della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti."E' fondamentale la costruzione di un welfare aziendale che sia davvero a sostegno della genitorialità e del lavoro - ha detto la ministra ad askanews - in particolare penso alla necessità di aumentare la quantità e la qualità del lavoro femminile e del lavoro giovanile. Per questo servono politiche pubbliche che sostengano e incentivino le aziende nella riorganizzazione di un welfare con questa finalità ed è per questo che con la riforma del Family Act, la Legge 32 del 2022 abbiamo voluto inserire incentivi alle imprese che promuovono Welfare aziendale a sostegno dell'educazione dei figli, della genitorialità e che sostengono una piena armonizzazione di vita tra i tempi personali e quelli lavorativi".Un'armonizzazione che, in un certo senso, riguarda anche il ruolo del welfare aziendale all'interno della vita di un'impresa, che diventa sempre più centrale, come ci ha confermato anche Daniela Ara, responsabile Sostenibilità e sponsorizzazioni di Generali Italia. "Oggi possiamo dire che il welfare è cresciuto - ci ha spiegato - c'è un' evoluzione veramente importante. Le imprese che hanno un progetto di Welfare integrato sono più che raddoppiate in Italia e abbiamo anche rilevato che chi fa molto welfare ha anche una capacità produttiva molto più elevata, perché il welfare aiuta le comunità dei dipendenti delle aziende e soprattutto oggi con un welfare di sussidiarietà si va oltre la comunità aziendale e si aiutano i territori dove le imprese operano".Il tema sui cui dalla compagnia assicurativa insistono molto è proprio quello della sussidiarietà rispetto ai luoghi nei quali Generali opera, di cui l'asilo è una delle manifestazioni concrete. "È un asilo - ha aggiunto Ara - che è attivo da diversi anni ed è un servizio non solo per le nostre aziende, ma anche per questo territorio e la comunità nella quale Generali svolge un ruolo da protagonista".I progetti italiani, poi, si collegano a loro volta con il discorso più ampio portato avanti dalla fondazione The Human Safety Net di Generali, di cui Emma Ursich è il segretario generale. "La nostra fondazione The Human Safety Net - ha detto - si occupa di famiglie vulnerabili. Noi interveniamo nei primi anni di vita dei bambini perché la scienza dimostra che intervenire nei primi anni di vita può veramente fare la differenza. E quindi siamo presenti con 33 centri in Italia con il progetto Ora di futuro, ma anche nel mondo in più di 20 Paesi".E Trieste, storica città di frontiera e crocevia di un'Europa che si pensava fortemente sovranazionale, appare oggi un luogo perfetto per ragionare su come allargare i confini, anche mentali, delle azioni in ambito sociale delle imprese.

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