Fabbrica di marijuana nell'Alto Milanese: arrestati imprenditore e suo operaio (11.11.21)

  • 3 anni fa
https://www.pupia.tv - Un imprenditore edile e un suo operaio, entrambi albanesi, gestivano una fabbrica di marijuana con due capannoni nell’Alto Milanese, a Buscate e Turbigo. Sono stati arrestati dai poliziotti del commissariato di Gallarate, guidato dal vicequestore Luigi Marsico, che già lo scorso giugno avevano catturato altri cinque albanesi. Sequestrati un capannone industriale a Buscate, adibito a laboratorio di produzione, numerose piante di canapa indiana e svariati chilogrammi di sostanza stupefacente.

Qualche mese prima degli arresti, i poliziotti avevano iniziato a monitorare il capannone e i movimenti in entrata e uscita. Invece di dedicarsi alla sua ufficiale attività lavorativa di manovale edile, alle dipendenze di un’impresa edile del Legnanese, uno degli arrestati passava le giornate nel capannone di Buscate, in compagnia di un cugino, prima ad allestire le serre e in seguito a dedicarsi alla vera e propria coltivazione delle piante.

Gli inquirenti, nel corso del tempo, hanno appurato che l’arrestato si recava al capannone utilizzando svariati autocarri e veicoli dell’impresa edile per la quale lavorava, sia per eludere eventuali indagini nei suoi confronti, sia per il trasporto di materiale ingombrante. Il tutto con la complicità del titolare dell’impresa edile.

Dalle attività investigative, inoltre, è emerso che l’imprenditore, residente a Busto Arsizio, oltre che a fornire al proprio dipendente le risorse materiali per lo svolgimento della fabbricazione dello stupefacente, ne aveva verosimilmente fornito anche quelle economiche, acquistando materiale poi utilizzato nell’allestimento del capannone. Proprio per tale motivo, lunedì 8 novembre, il gip del Tribunale di Busto Arsizio, su richiesta del pubblico ministero titolare delle indagini, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

L’imprenditore, inoltre, si era intestato in maniera fittizia il contratto di affitto del capannone, aveva richiesto all’Enel l’allaccio della corrente 380 trifase ed il potenziamento della fornitura a 100 kw, oltre ad aver partecipato attivamente alla costruzione delle cappe, necessarie per l’impianto di areazione forzata delle due serre. Seguendo i movimenti del manovale edile, gli agenti sono anche riusciti a risalire al capannone verosimilmente utilizzato in precedenza dall’organizzazione criminale. Nello stabile, ubicato nella zona di Turbigo, sono state trovate ben 5 serre costruite con la stessa metodologia di quelle di Buscate e migliaia di vasi in plastica contenenti terra, alcuni dei quali ancora con gli steli, ormai spogli, delle piante di canapa indiana. (11.11.21)

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