Indonesia, sisma: si scava ancora tra le macerie, un centinaio le vittime
- 7 anni fa
Si scava ancora tra le macerie in Indonesia dove sono circa un centinaio le vittime del forte terremoto di magnitudo 6.5 che si è verificato nella parte settentrionale dell’isola indonesiana di Sumatra. La scossa ha colpito la provincia di Aceh all’alba di lunedì, mentre i musulmani si preparavano alla preghiera del mattino.
6.5 magnitude #earthquake hits #Aceh, #Indonesia. WHO supporting emergency health response.
#AcehQuake #AcehEarthquake pic.twitter.com/U8xx2v8jLH— WHO South-East Asia (@WHOSEARO) 7 dicembre 2016
“Ci stiamo concentrando sulla ricerca di vittime. Noi crediamo che ci siano più di cinque persone in questa zona, probabilmente sono rimaste intrappolate”, dice un volontario.
The earthquake in #Aceh has killed at least 100 people and many are injured.#PrayForIndonesia#PrayForAceh pic.twitter.com/ColX2CrE78— Kun Fayakun كن فيكون (@schumelli1) 7 dicembre 2016
Il più colpito è il distretto di Pidie Jaya, il più vicino all’epicentro individuato a bassa profondità. Rase al suolo centinaia di abitazioni, moschee e negozi.
“Stiamo prendendo le nostre cose. Forse c‘è ancora qualcosa che possiamo salvare, ma tutto quello che non possiamo usare più, lo lasciamo qui”, spiega un residente.
Nella stessa regione nel 2014 c’era stato un terremoto e un successivo tsunami: oltre 160mila morti.
6.5 magnitude #earthquake hits #Aceh, #Indonesia. WHO supporting emergency health response.
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“Ci stiamo concentrando sulla ricerca di vittime. Noi crediamo che ci siano più di cinque persone in questa zona, probabilmente sono rimaste intrappolate”, dice un volontario.
The earthquake in #Aceh has killed at least 100 people and many are injured.#PrayForIndonesia#PrayForAceh pic.twitter.com/ColX2CrE78— Kun Fayakun كن فيكون (@schumelli1) 7 dicembre 2016
Il più colpito è il distretto di Pidie Jaya, il più vicino all’epicentro individuato a bassa profondità. Rase al suolo centinaia di abitazioni, moschee e negozi.
“Stiamo prendendo le nostre cose. Forse c‘è ancora qualcosa che possiamo salvare, ma tutto quello che non possiamo usare più, lo lasciamo qui”, spiega un residente.
Nella stessa regione nel 2014 c’era stato un terremoto e un successivo tsunami: oltre 160mila morti.