Marsala (TP) - Nuovo sequestro da quattro milioni all'imprenditore Licata (03.11.16)
- 7 anni fa
http://www.pupia.tv - Marsala (Trapani) - Denaro e immobili per 4 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza all'imprenditore del settore turistico-alberghiero Michele Angelo Licata, accusato di una maxi evasione.
Il provvedimento, disposto dal Gip di Marsala, su richiesta della Procura, ha avuto riguardo, in particolare, al profitto ottenuto per la mancata tassazione dei proventi derivanti dal reato di appropriazione indebita, commesso ai danni delle società delle quali è stato amministratore nel corso degli ultimi anni.
Già ad aprile dello scorso anno era scattato il sequestro preventivo di somme di denaro, immobili e quote societarie per oltre 8 milioni. L'evasione fiscale era stata realizzata mediante l'annotazione in contabilità di numerosissime fatture per operazioni inesistenti, ammontanti complessivamente a circa 25 milioni di euro. Poi un secondo provvedimento da 127 milioni di euro in novembre.
Le indagini successivamente svolte hanno poi accertato che le somme apparentemente utilizzate per pagare le fatture, sono state nei fatti dirottate dall'imprenditore a proprio favore, attraverso la diretta sottrazione di somme dalle casse delle società e la complicità degli apparenti fornitori i quali, dopo la negoziazione dei titoli bancari ricevuti a saldo di fatture per operazioni inesistenti, restituivano in contanti la somma ottenuta da Licata, che in tal modo nel corso degli anni si è appropriato di oltre 9 milioni di euro, sottraendoli alle casse sociali.
Ebbene, questo rilevantissimo profitto avrebbe dovuto essere sottoposto a tassazione, comportando l'applicazione di un imposta di oltre 4 milioni di euro. Ed è in relazione a questa ultima somma che la Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato ad aggredire "per equivalente" i beni attualmente nella disponibilità di Licata. (03.11.16)
Il provvedimento, disposto dal Gip di Marsala, su richiesta della Procura, ha avuto riguardo, in particolare, al profitto ottenuto per la mancata tassazione dei proventi derivanti dal reato di appropriazione indebita, commesso ai danni delle società delle quali è stato amministratore nel corso degli ultimi anni.
Già ad aprile dello scorso anno era scattato il sequestro preventivo di somme di denaro, immobili e quote societarie per oltre 8 milioni. L'evasione fiscale era stata realizzata mediante l'annotazione in contabilità di numerosissime fatture per operazioni inesistenti, ammontanti complessivamente a circa 25 milioni di euro. Poi un secondo provvedimento da 127 milioni di euro in novembre.
Le indagini successivamente svolte hanno poi accertato che le somme apparentemente utilizzate per pagare le fatture, sono state nei fatti dirottate dall'imprenditore a proprio favore, attraverso la diretta sottrazione di somme dalle casse delle società e la complicità degli apparenti fornitori i quali, dopo la negoziazione dei titoli bancari ricevuti a saldo di fatture per operazioni inesistenti, restituivano in contanti la somma ottenuta da Licata, che in tal modo nel corso degli anni si è appropriato di oltre 9 milioni di euro, sottraendoli alle casse sociali.
Ebbene, questo rilevantissimo profitto avrebbe dovuto essere sottoposto a tassazione, comportando l'applicazione di un imposta di oltre 4 milioni di euro. Ed è in relazione a questa ultima somma che la Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato ad aggredire "per equivalente" i beni attualmente nella disponibilità di Licata. (03.11.16)