Botero in mostra a Roma per UnfoldingRoma art magazine
  • 8 anni fa
Fernando Botero, nato nel 1932, è uno dei più grandi artisti colombiani di tutti i tempi ed ancora oggi, all'età di 83 anni non c'è un giorno in cui non si dedichi alla pittura o alla scultura.

Il suo grande talento si rivela già a 16 anni quando pubblica illustrazioni per “El Colombiano”, principale giornale di Medellín, sua città natale, e a diciannove anni a Bogotá già può celebrare la prima “personale”.

Il suo stile, che è ha il merito di essere rimasto invariato da sempre, ci riporta a personaggi dalle forme insolite che possono definirsi "grasse" o "grosse" ma sempre generose soprattutto di umanità anche se gli sguardi persi sono nel vuoto e icolori tenui portano ad una certa irrealtà.

Tra i lavori di Botero anche una splendida rappresentazione della via Crucis con una serie di dipinti a olio e disegni che ripercorrono gli ultimi giorni di Cristo. Queste opere che Botero ha regalato al Museo di Antioquia di Medellin in occasione dei festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno, si possono ammirare dal vivo al Palazzo delle Esposizioni di Roma in una mostra in programma fino al 3 maggio.

Per l'occasione abbiamo incontrato Nydia Gutierrez, curadora jefe del Museo de Antioquia, Arquitecta y Museóloga. Universidad Javeriana de Bogotá y JFK University de San Francisco, profesora de Curaduría en la Maestría en Museología de la Universidad Nacional, che ci ha rivelato alcuni particolari interessanti che possono stimolare ancora di più a all'ammirazione di questi grandi capolavori.

Lei che segue Botero da tanto tempo, ci può dire di che cosa lui va più fiero…

Oggi Botero ha 83 anni e segue a dipingere tutti i giorni e la cosa che più lo rende orgoglioso è quella che è riuscito a mantenere il suo stile da quando ha cominciato a dipingere negli anni 50 per poi consolidare la sua tecnica negli anni 70 , fino ad arrivare alla contemporaneità esprimendo sempre lo stesso linguaggio. Cosa che ben pochi artisti sono riusciti a fare.

Come si può definire l’universalità raggiunta da Botero…

L’universalità è quella che si trova nella sua storia . In effetti Botero ha sempre guardato quello che è successo a lui, al suo paese, alla sua cultura. E attraverso questi elementi ha cercato di arrivare a tutti

In molte opere della via Crucis si possono vedere dei corpi dipinti di verde o di un rosso accentuato…Che cosa vuole dire il maestro con questo…

Il fatto che in alcuni quadri il Cristo possa essere verde non ha un particolare significato se non il fatto che attraverso il colore Botero da sfogo alla sua immaginazione. Vuole farci capire che infondo la pittura è sempre irrealtà per cui un corpo può essere di un colore particolare solo perché magari bene si abbina con gli altri colori rappresentati nel dipinto.

In ogni opera dell’esposizione oltre alla presenza sacra, c’è sempre una parte predominante dedicata alla gente comune. Che cosa l’artista vuole fare emergere di più…

Botero presenta la sua opera come un tutt’uno quindi non c’è un elemento che vuole emergere rispetto all’altro. Tuttavia per l’artista la gente che dipinge come contorno è molto importante perché è l’elemento che vuole fare capire che è proprio all’uomo comune che si vuole parlare e trasmettere.

La via crucis si compone di moltissime opere, si può classificarle secondo una scaletta di importanza…

Assolutamente no, ogni quadro ha una sua caratterizzazione e possono dirsi tutti importanti allo stesso modo. Se proprio si vuole attribuitre una caratterizzazione più di spicco, allora si può pensare alle opere dedicate alla crocifissione.

Ci sono dei volti in questa serie di opere che si possono dire più ispirati dalla misericordia...

La misericordia si può trovare in tutti i volti nelle figure contemporanee così come in quelle del passato. La misericordia è sia in quello che viene picchiato che in quello che picchia proprio nell'intenzione del maestro di trasmettere delle sensazioni comuni. Magari, poi, la figura più emotiva è rappresentata sempre dalla madre che soffre.

In molte opere fa capolino una figura umana maschile e femminile più piccola rispetto agli altri soggetti rappresentati, cosa vuol dire…

Diciamo che è il lato autobiografico dell’opera perché quelle due figure rappresentano una Botero stesso e l’altra sua madre che si riconosce dalla caratteristica pettinatura che portano le done dell’America del Sud

Rosario Schibeci
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