GRAZIE di CUORE al SIG. GIGI D’ALESSIO ed alla SIG.ra ANNA TATANGELO per aver scelto LECCE per il CAPODANNO 2016 di CANALE5…….Non vediamo l’ora di brindare con Voi!!!!!!!!!!!!!!!! E’ un bellissimo regalo……Portateci NAPOLIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Per favore portate con Voi il mio Amico SAL DA VINCI che è troppo troppo troppo bravo ed artisticamente parlando come cantante è nato proprio a Canale5 con il FESTIVAL ITALIANO di Mike Bongiorno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Aspettiamo anche il MITICO MAESTRO ADRIANO PENNINO…..x me il MIGLIORE di tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
IL CALORE delle 2 CITTà della MUSICA LECCE e NAPOLI scalderà l’ITALIA e tutto il MONDO!!!!!!!!!!!!!
I rapporti in campo musicale tra il Salento e Napoli sono stati sempre intensi e non necessariamente a senso unico. Ciò vale sia per l'ambito colto che per quello popolare. Si pensi, per esempio, ai diversi compositori salentini della scuola napoletana del '700, a cominciare dal più grande di tutti, Leonardo Leo. Più vicino a noi, come non ricordare interpreti come Tito Schipa e Domenico Modugno, due salentini che hanno contribuito al successo della canzone napoletana nel mondo. Non mancano rappresentanti del Salento neanche tra i compositori di alcune tra le più celebri melodie napoletane. Basti il nome di Mario Pasquale Costa, originario di Taranto, al quale si devono le musiche di Era de Maggio, Catarì, Serenata Napulitana e di altre famose canzoni partenopee. Anche nella tradizione popolare le corrispondenze sono significative. Viene subito in mente la stretta parentela tra la tarantella e la pizzica ma si deve anche osservare come l'influenza napoletana sulla musica salentina sia spesso misconosciuta. Se infatti è facile identificare ne “Lu cardillo", ne ”La palummella" ecc., le versioni salentine dei celebri brani della tradizione napoletana, chi, per esempio, sa che "Quandu te llai la facce alla matina", ancora oggi popolarissima nel Salento, altro non è che la traduzione della napoletana "Chell’acqua ca te lave la matina/te preio, Nina mia, nu’ la ghittare/A do’ la ghiette ce nasce ‘na spina/’Na rosa muscarella p’addurare?" Oppure che i versi della nota pizzica "na sira nde passai e iddha nun c'era..." nascono a Napoli come "Sera passaie e tu, bella, abballave/ Cu ‘nu rucchetto palomma parive/ Cchiù de na vota me volea accostare/ Pe ddarte ‘nu vasillo sapurito/ Riss’o cumpagno mio: “Tu che bbuò fare?”/ Chi vasa a Teresina è pen’a "vita"?