Pil Eurozona meglio delle attese. Ma la crescita rimane bassa

  • 10 anni fa
Luci, ombre e qualche sorpresa. Si potrebbe sintetizzare così il quadro dell’economia di Eurolandia nel terzo trimestre.

Le notizie migliori arrivano dal luogo più inaspettato, Atene: la Grecia è ufficialmente fuori dalla recessione. Tecnicamente lo era già a inizio anno dopo due trimestri di espansione. Ma le cifre sono state rese note solo ora, insieme ad un +0,7% tra luglio e settembre.

“Noi questa ripresa economica non l’abbiamo vista”, commenta George Hamorousos, 31 anni, assicuratore greco. “Solo perché dicono che c‘è non significa necessariamente che sia vero. Io spero di sì, ma per ora non si vede”, aggiunge.

Presto per festeggiare, in effetti. Sei anni di contrazione, aggravati dall’austerity, hanno bruciato un quarto del Pil, ridotto di un terzo i redditi delle famiglie e fatto impennare la disoccupazione.

“Le cifre possono essere false, come è successo in passato. Non riflettono la realtà. La realtà non è numeri e cifre. È ciò che si vede in un luogo come questo”, commenta una donna da una delle tante mense dei poveri del Paese.

A livello complessivo i dati della crescita della zona euro sono stati leggermente migliori delle attese: +0,2%. Il traino è arrivato come sempre dalle due principali economie del blocco, Germania e Francia. Ma, ecco la sorpresa, mentre Berlino evita la recessione tecnica con un flebile +0,1% nel terzo trimestre, Parigi supera le aspettative con il +0,3%.

“Queste cifre sono naturalmente un pezzettino di buona notizia, ma non c‘è tempo per compiacersi”, dicono dalla Commissione europea. “Per rafforzare la ripresa avremo ancora bisogno di politiche decise”.

Cosa ha contribuito in misura maggiore a questa (seppur flebile) crescita? In Germania la domanda interna e il commercio estero. In Francia i consumi pubblici e le scorte.

Una componente è assente quasi ovunque: gli investimenti: “L’Eurozona ha problemi strutturali e l’unica realtà che brilla, la Germania, al momento tentenna”, spiega Joe Rundle. “Draghi spingerà per un euro più debole e per più inflazione, altrimenti c‘è il rischio di perdere una decade, come successo in Giappone”, aggiunge.

Pecora nera del blocco, insieme a Cipro, è l’Italia. Con un nuovo calo del Pil dello 0,1% dopo quello del secondo trimestre, il Belpaese è ufficialmente in recessione tecnica. Si tratta del tredicesimo trimestre consecutivo senza crescita secondo l’Istat, la quale afferma che l’economia italiana è tornata “ai livelli del duemila”.

Al contrario la Spagna continua imperterrita la sua risalita con una crescita dello 0,5%.

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