Santander, morto Emilio Botin. Alla presidenza la figlia Ana Patricia

  • 10 anni fa
Il Re è morto, lunga vita alla Regina. Emilio Botin è scomparso a 79 anni per attacco cardiaco. Considerato uno degli uomini più potenti di Spagna, “El presidente” era entrato in Santander a 24 anni. Succeduto al padre alla guida del gruppo spagnolo nel 1986, lo aveva trasformato a colpi di acquisizioni da banca regionale a maggior istituto di credito dell’eurozona per capitalizzazione.

“Botin è riuscito a fare di Santander la più importante banca del nostro Paese”, ha detto il premier spagnolo Rajoy. “È stato un grandissimo ambasciatore della Spagna nel mondo. Sono molto addolorato e faccio le mie condoglianze a tutta la famiglia”.

Tra tante luci, alcune ombre: i Botin, che possiedono il 2% di Santander, nel 2011 avevano patteggiato 200 milioni di euro per presunta evasione fiscale. Senza contare l’interesse dei magistrati italiani per la vendita di Antonveneta a MPS da parte di Santander.

Ma la capacità di “Don Emilio” di concludere affari vantaggiosi (l’acquisizione di Banesto nel ’94 e della britannica Abbey National dieci anni dopo), insieme alle aggressive campagne di espansione, lo aveva portato a creare un impero internazionale da oltre 180 mila dipendenti.

Alla guida di Santander approda ora la quarta generazione dei Botin: mercoledì la figlia maggiore Ana Patricia, capo della filiale britannica, è stata nominata suo successore dal Cda.

Con buona pace dei detrattori, che criticavano l’eccessiva impostazione familiare: “Ana Patricia Botin era vista da molti come l’erede naturale al trono di Santander, in mano alla sua famiglia da tre generazioni, ma il sostegno per lei non era unanime”, spiega l’inviato di Euronews Denis Loctier. “I critici dicono che nelle banche moderne non c‘è spazio per le dinastie familiari di vecchio stampo”.

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