"Liberi media, liberi tutti". Budapest denuncia un attacco alla stampa

  • 10 anni fa
“Libera stampa, in libero Paese”. A pochi giorni dal black-out di protesta sposato da diversi media ungheresi, Budapest torna ad alzare la voce contro il progetto di tassare le entrate pubblicitarie, che molti accusano di voler favorire un’emittente televisiva vicina al premier Viktor Orban.

Ad alimentare la rabbia dei manifestanti, anche il licenziamento del direttore di un sito di informazione, che aveva dato spazio a uno scandalo, in cui era rimasto coinvolto un suo stretto collaboratore.

“Quanto accaduto testimonia che si sta provando a limitare la libertà di stampa – dice una manifestante -. E il fatto che non avvenga per la legge, ma attraverso l’intimidazione è anche peggio”.

“Se manifestazioni come questa si moltiplicheranno – le fa eco un altro -, credo che il governo sarà costretto ad ascoltare la piazza. Seppure non ammetterà le sue colpe, prima o poi dovrà cambiare le cose. O almeno lo spero”.

“Il governo non sembra tuttavia voler rinunciare alla tassazione delle entrate pubblicitarie – commenta la corrispondente di euronews, Andrea Hajagos -. Il dibattito in Parlamento del disegno di legge potrebbe anzi cominciare già oggi”.

Il testo in esame prevede una tassazione progressiva, in funzione delle entrate pubblicitarie.

Unica a rientrare nello scaglione più alto, la principale concorrente di una televisione vicina ad Orban si ritroverebbe così a dover pagare l’equivalente di 9 volte i profitti maturati nel 2013.

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