Donetsk, nel cuore della regione carbonifera che fa gola alla Russia

  • 10 anni fa
“Donetsk è il cuore dell’Ucraina”, recita un manifesto.Appena entrati in città si scorgono i colori della bandiera ucraina, un modo per rivendicare l’appartenenza al Paese di fronte ai manifestanti filorussi che chiedono invece l’annessione della regione alla Russia.

Qui la maggioranza della popolazione ha origini russe ed è qui che ha mosso i primi passi in politica il presidente destituito Viktor Yanoukovitch.

Dall’inizio delle tensioni in Crimea, che con un referendum ha scelto di entrare a far parte della Russia, la popolazione di Donetsk e delle città circostanti si è mobilitata. A marzo, una serie di scontri ha contrapposto i filorussi che non riconoscono le nuove autorità di Kiev a coloro che vogliono restare ucraini.

Qui oltre metà della popolazione parla russo, come in Crimea e in altre province orientali. Ma non è solo la divisione etnica a spiegare gli scontri di questi ultimi mesi.

La regione di Donbass è ricca di risorse naturali, in particolare di carbone. Risorse, tra le quali anche ferro e manganese, ambite dalla Germania nazista e conquistate dai sovietici che qui costruirono uno dei centri nevralgici del loro complesso militare-industriale.

Il carbone del bacino di Donbass ammontava a 109 miliardi di tonnellate nel 2013 Questa regione rappresenta il 5% del territorio ucraino, il dieci% della popolazione, ma soprattutto il 20% del Pil nazionale ed è qui che si produce il 25% delle esportazioni totali.

Donbass è il quarto bacino carbonifero d’Europa e una regione industriale dove lo stipendio medio è il doppio rispetto al resto dell’Ucraina. Ma la produzione ha subito un crollo con la fine dell’Unione Sovietica e poi con la recente crisi economica. Negli ultimi anni il calo è stato del 30%.

Per alcuni analisti, la situazione attuale nella regione risponde all’intenzione di Mosca di destabilizzare il Paese, che si prepara alle presidenziali, più che a un suo interesse
economico.

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