Alla Federal Reserve comincia l'era di Janet Yellen
  • 10 anni fa
E’ finita l’era di Ben Bernanke, che dal 2006 è stato a capo della Federal Reserve, la banca centrale americana.
Dopo otto anni, esce di scena e passa il testimone l’uomo che ha traghettato gli Stati Uniti attraverso la crisi dei mutui subprime prima e la crisi finanziaria poi. Crisi che ha fatto tremare i colossi bancari americani e fatto saltare Lehman Brothers, fallita nel settembre del 2008.

In quell’anno, per evitare che il sistema finanziario crollasse, Bernanke ha avviato quello che in inglese si chiama “quantitative easing”, cioè l’immissione di liquidità attraverso l’acquisto di titoli di Stato americani. Come? Stampando dollari. Lo scopo era quello di tenere i tassi di interesse ai livelli minimi possibili.

Questa politica monetaria espansiva ha quintuplicato il bilancio della banca centrale Usa, passato dagli 800 miliardi di dollari del 2006 ai 4.000 miliardi di dollari del 2013. Il doppio di quanto vale il prodotto interno lordo italiano.

I critici dicono che Bernanke ha gettato i semi per far scoppiare una nuova bolla finanziaria. Se così sarà, non sarà lui a occuparsene, ma Janet Yellen, sua vice, ex professoressa di Harvard esperta di disoccupazione, scelta per guidare la Fed dal primo febbraio.

“La sfida di Janet Yellen – sostiene Alexandra Estiot Senior Economist di BNP Paribas – è di far ripartire l’inflazione, che oggi è davvero troppo bassa e non dà segnali di accelerazione. Ma deve anche fare in modo che il tasso di disoccupazione continui a diminuire in modo reale e cioè non perché i disoccupati sentendosi scoraggiati smettono di cercare un impiego”.

Yellen dovrà portare avanti quello che Bernanke ha già cominciato a fare e cioè ridurre progressivamente il programma di acquisto.

Il momento è propizio: l’economia Usa è in salute, i consumi crescono, il Pil anche. La sua prima mossa è attesa in marzo, quando la Fed potrebbe decidere di alzare il costo del denaro.
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