Intervista al prof. Francesco Scaglione, Dipartimenti di Farmacologia, Chemioterapia e Tossicologia Medica dell' Università degli Studi di Milano I farmaci generici sono un fenomeno interessante degli ultimi anni. Rappresentano una opportunità per gli Stati, perchè costano meno e per motivi di concorrenza riducono i prezzi dei farmaci di marca. Bisogna però star attenti al loro utilizzo. Ad esempio per il fenomeno del 'biocreep'. Un farmaco generico deve esser bioequivalente a quello di marca, ovvero la quantità di principio attivo che arriva nel sangue deve esser simile, anche può variare del più o meno 20%. Se un farmaco generico ha una bioequivalenza del più 20 % e un altro generico dello stesso tipo di meno 20 %, tra di loro la differenza è del 40% e quindi non sono intercambiabili. Se il paziente cambia vari farmaci generici tante volte nel corso della terapia cronica allora ci possono esserci oscillazioni di farmaco nel sangue, che possono portar problemi come per gli antiaritmici o gli antidepressivi. Perchè la bioequivalenza non è scritta sulla scatola o foglietto illustrativo? la bioequivalenza è un parametro regolatorio; serve alle agenzie regolatorie per approvare il farmaco ma la pratica clinica è un'altra cosa.