Ricorderai Quello che eri Rimpiangerai I miei sospiri E adesso che ancora siamo vivi Illuditi che puoi tornare indietro. La notte eri tu che mi svegliavi Sotto il lenzuolo ancora mi toccavi Cercavi i pantaloni e li trovavi E senza chieder niente li toglievi. Io ti sfilavo le tue calze nere E questo ti piaceva da morire. Io lo sapevo bene cosa fare, me lo insegnasti tu senza pudore.
Le mani conoscevano il tuo corpo Ma oltre alle mani amavi tutto il resto Da lì iniziai a sentire il tuo piacere Non t’importava troppo far rumore. La bocca aperta non per respirare, la mani chiuse ma non per pregare, La Luna come solo spettatore Di un programma da non far vedere.
E quando fu finito ci vestimmo Come due sconosciuti ci voltammo Senza guardarci in faccia era finito Un walzer di emozioni senza fiato. Non una mossa o un gesto per parlare D’un tratto tu volli ricominciare…
La voglia era infinita quella notte Come del resto tutte le altre volte Tornasti su di me da “gran Signora” E io ti accontentai per più di un’ora. Insieme noi ci siamo divertiti Ma a far l’amor non siamo mai riusciti. Per noi quello era solamente un gioco Un gioco da rifare all’infinito. Non t’importava niente della vita Non credo poi che tu ci sia riuscita, a farmi credere di stare bene a farmi bere senza vomitare…
Ricorderai Quello che eri Rimpiangerai I miei sospiri E adesso che ancora siamo vivi Illuditi che non si torna indietro.