Caserta - Rifugiati libici: le "pecore nere" del sistema d'integrazione italiano (27.02.13)

  • 11 anni fa
http://www.pupia.tv - Caserta - Soufference, sofferenza: quasi un sibilo ripetuto da centinaia e centinaia di labbra nere sembra riflettersi negli occhi incapaci di scorgere un futuro. Le voci tra i rifugiati politici ospiti degli Hotel Regina1, Regina 2 e Giovy si fa sempre più insistente: non ce la fanno più, sono allo strenuo delle forze.
"Come la vita umana si può ridurre al solo mangiare e dormire per 2 anni? Non stiamo bene vivendo così. Vogliamo diventare autonomi ,anche se non sappiamo dove andare vogliamo affrontare la vita. Vogliamo lasciare l'hotel. Abbiamo bisogno di un po' di tempo perché solo pochi giorni fa ci hanno accordato la buonuscita ed ancora non l' abbiamo ricevuta. Come potevamo trovare un altro alloggio prima?".

Fredric, 27 anni,originario del Togo si fa interprete del pensiero condiviso dai suoi compagni relegati ormai dal 2011 in uno stato di "cattività", in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato. Lui perseguitato politico come tutta la sua famiglia è emigrato in Libia dove ha lavorato come macellaio fino alla tremenda guerra civile. Come i suoi compagni di sventura è approdato sulle coste italiane a bordo di una "carretta del mare" e, dopo aver aspettato con impazienza il momento di poter lasciare la sua "prigione italiana", ora si trova di fronte ad un ulteriore problema.

Causa lungaggini burocratiche, un nutrito gruppo di ospiti che sono alloggiati negli Hotel di via Nazionale Appia (Casagiove-Caserta) non hanno ricevuto tempestivamente i mezzi per organizzare il primo passo verso la nuova vita entro la scadenza perentoria del programma assistenziale fissato per oggi 28 febbraio.
Ora la comunità dei profughi dalla Libia si troverà sul ciglio della strada. Fredric è tra i pochi -- 10 su 150 -- della che parla fluentemente l'italiano e anche per questo funge da braccio destro di padre Giorgio Ghezzi. Il sacerdote, da sempre impegnato a favore degli immigrati, si è fatto portatore delle istanze dei rifugiati del caser