Video: arrestato il killer di Covignano, indagini sul movente e ulteriori reati

  • 12 anni fa
Quando la squadra mobile di Rimini l'ha arrestato, il 22enne riminese Marco Zinnanti, accusato dell'omicidio del taxista Leonardo Bernabini a Covignano, non ha avuto neanche il tempo di capire cosa gli stesse succedendo. La sua latitanza è finita, mercoledì 5 settembre, in un paesino del Parco nazionale del gran Sasso dove il giovane si nascondeva e dove aspettava qualcuno che l'avrebbe aiutato a proseguire la sua fuga. Il blitz della polizia è scattato però prima, dopo tre giorni di intercettazioni, pedinamenti e indagini. "Una vera e propria corsa contro il tempo", ha sottolineato il capo della squadra Mobile Nicola Vitale. Il Mein Kampf, libro nazista, ritrovato nell'appartamento insieme alla droga, documenti falsi e 100mila euro delineano un profilo di un giovane con la doppia vita. L'arresto della sorella, colta in fragrante nel tentativo di "ripulire" il bunker del fratello, fanno propendere gli inquirenti verso l'ipotesi che la famiglia non fosse all'oscuro delle attività illecite del 22enne.
L'analisi dell'arma aprirà poi nuovi fronti: il ragazzo potrebbe essere l'autore degli spari contro un gruppo di tunisini, episodio avvenuto lo scorso 24 agosto sul ponte dei Mille a Rimini. "E' un arma particolare che non si trova comunemente e che non viene utilizzata per i fatti di sangue", sottolinea il capo della squadra Mobile Nicola Vitale, "è un arma lunga, la particolarità è che ha un impugnatura non a spalla, è facile da occultare, trasportare e utilizzare in strada".
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Zinnanti, all'uscita della discoteca - domenica mattina alle 9 - stava cercando un taxista per farsi accompagnare a Covignano per recuperare proprio quel fucile, nascosto forse nei campi, e punire chi l'aveva precedentemente offeso. Ad aver avuto un diverbio con il 22enne è stato forse un buttafuori del Classic, discoteca dove il giovane era conosciuto per il suo modo di fare irruento. Qui i destini di Bernabini e di Zinnanti si sono incontrati: al rifiuto di un collega, il 55enne taxista abusivo ha invece caricato il suo assassino. Futili le ragioni, il movente, del delitto, come conferma Vitale: "Secondo la mia chiava di lettura il Bernardini quando ha capito il reale motivo il perché fossero in via Covignano, ovvero per recuperare l'arma e poi riportarsi a Rimini per punire qualcuno che gli aveva fatto uno sgarbo il taxista si è dissociato ed è diventato lui lo sgarbo". Ad avvalorare questa tesi la retromarcia inserita, la cintura allacciata, che Bernabini aveva quando la polizia ha ritrovato il cadavere. Avrebbero potuto correre dei rischi anche tutti i testimoni che Marco ha incontrato nel cammino verso la fuga. Il giovane a petto nudo, ferito, e armata avrebbe per ben due volte scaricato il fucile prima di abbandonarlo nella campagna. Ma non è stato così e proprio a loro, i testimoni, i cittadini riminesi a cui va il grazie del Questore Oreste Capocasa: "Hanno dato una grande attenzione a questo caso, hanno collaborato con la polizia e si sono resi disponibili anche in un contesto di paura". Il killer era tanto pericoloso che Capocasa ha ricevuto due sms da altrettanti spacciatori, che si sono congratulati per l'arresto.
Dopo il fermo il 22enne non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Alle 10 di giovedì Marco Zinnanti è stato trasferito dalla Questura di Rimini ai Casetti, con l'accusa di omicidio colposo e porto d'armi. Nei prossimi giorni il giovane sarà interrogato per dare delle risposte ai tanti interrogativi ancora irrisolti.

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