Veltroni a Rimini presenta la sua Isola delle Rose con Zavoli, De Luigi e Tiziana Ferrario

  • 12 anni fa
Il racconto-omaggio a una utopia per caso" e la narrazione, appassionata, di un tempo in cui tutto sembrava possibile". Anche costruire un'isola al largo di Rimini pensata come un grande albergo galleggiante, prima di trasformarsi in una repubblica indipendente, con tanto di lingua ufficiale e un ambasciatore, tedesco, in carne ed ossa. Parte da Rimini, nel giorno in cui esce in libreria 'L'Isola e le rose, il viaggio in Italia di Walter Veltroni per presentare il suo ultimo romanzo, edito da Rizzoli.
Al Teatro degli Atti e nella Corte degli Agostiniani, Veltroni - affiancato dal sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, dal senatore Sergio Zavoli, dall'attore Fabio de Luigi e dalla giornalista Tiziana Ferrario - disegna, con le parole, la parabola di un decennio, quello degli anni '60, in cui ''ogni possibilità era a portata di sogno", partendo dalla storia vera dell'Isola delle rose, costruita nel 1967, in acque extraterritoriali a largo di Rimini dall'ingegnere bolognese Giorgio Rosa, autoproclamatasi repubblica indipendente con bandiera propria e lingua ufficiale l'esperanto, e distrutta nel 1968 per timore che diventasse supporto di operazioni militari albanesi, centro di ricerche petrolifere abusivo o casinò illegale gestito dalla malavita.
"Questa storia l'ho incontrata per caso - racconta l'ex segretario del Pd - e ho subito sentito che aveva dentro cose che mi piacciono: la suggestione poetica, l'idea di una terra in mezzo al mare, l'innovazione assoluta e il luogo, le acque al largo di Rimini, in cui si è deciso di costruire l'isola".
Ingredienti miscelati in un periodo storico, racconta ad una platea foltissima, "in cui c'era la percezione di non avere confini, in cui tutto sembrava possibile, persino l'idea di un albergo in mezzo al mare divenuto una repubblica indipendente, con una lingua, un governo composto dagli amici dell'ingegner Rosa e un tedesco che voleva compiere la traversata sugli sci
d'acqua tra Cervia e Pola e che, imbattutosi nell'isola, ne diventa addirittura ambasciatore in Germania".
Tasselli reali, intrecciati alla narrazione di fantasia, che vanno a comporre un romanzo, spiega ancora Veltroni, "pensato come una commedia all'italiana in cui si ride, si piange...", ambientata in una terra e in una città "unica" e paradigmatica.
"Il romanzo - argomenta l'esponente del Pd - è quello che é perché si è svolto a Rimini, una città in cui ci sono via'Otto e mezzo' e via 'La Strada', che ha dentro di sé un naturale spirito di accoglienza, la città italiana che ha subito il numero più alto di bombardamenti, e che, venti anni dopo, ha avuto i suoi figli che si baciano, dietro le cabine, con le figlie di quelli che la avevano occupata". La terra di Fellini, che, chiosa Veltroni, "diceva sempre che c'é solo una cosa più potente del pensiero: 'immaginazione", quella che rende possibile pure una "utopia per caso".

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