Caso Rimini Yacht: arrestato complice di Giulio Lolli

  • 12 anni fa
Si è svolta questa mattina presso gli uffici giudiziari di Rimini la conferenza stampa tenuta dalla Capitaneria di Porto e dall'Arma dei Carabinieri riminesi in merito la scottante questione Rimini Yacht. Dopo l'arresto del titolare Giulio Lolli, avvenuto una settimana fa in Libia, ieri, 21 gennaio, presso l'aeroporto internazionale di Roma, la cattura di Elenio Arcifa, imprenditore siciliano quarantenne, sospettato complice di Lolli nel riciclo dei capitali illeciti e sospettato altresì di aver finanziato gli otto mesi di latitanza dello stesso. La Procura della Repubblica di Rimini ha reso noti i particolari dell'arresto del presunto complice dell'imprenditore nautico bolognese Giulio Lolli, finito in manette in Libia dopo 8 mesi di latitanza, durante i quali era ricercato per una maxi truffa ai danni di numerosi acquirenti di yacht: la stessa imbarcazione veniva venduta in pratica a più acquirenti. Fuggito in Africa, Lolli si è mantenuto durante la latitanza con i soldi che aveva truffato, depositati in una banca svizzera su un conto denominato "Papero". Da qui partivano varie rimesse dirette ad una banca tunisina, la Arab Tunisian Bank, dirette ad un conto che faceva capo a Elenio Arcifa, 40 anni di Catania, un siciliano titolare di una ditta di elitrasporti, la Elielen con sede a Cagliari, e contemporaneamente broker per una società di intermediazione tunisina, la Med Gold. Già identificato dalle autorità libiche al momento dell'arresto di Lolli, Arcifa è fortemente sospettato di essere il mediatore che aiutava Lolli durante la latitanza, attraverso i bonifici bancari in arrivo dalla Svizzera. Quando la Procura di Rimini, grazie anche alla collaborazione delle autorità libiche, della Procura nazionale antimafia e del Ministero degli Interni, ha avuto sentore che Arcifa stava rientrando in Italia, ha inviato uomini della Capitaneria di Porto e dei Carabinieri di Rimini ad arrestarlo, avendo spiccato contro di lui un ordine di carcerazione. E ieri pomeriggio i militari hanno fermato il siciliano appena atterrato all'aeroporto di Fiumicino a Roma, rinchiudendolo nel carcere di Civitavecchia dove sarà presto interrogato dagli inquirenti. Il Dott. Tagliaferri, addetto per il Ministero dell'Interno presso l'Ambasciata italiana a Tripoli, esperto in antimmigrazione, sottolinea l'efficenza e la professionalità delle autorità libiche e l'importanza per i risultati ottennuti dell'ottima collaborazione tra il Ministero dell'Interno Italiano e Libanese.