XIII edizione Premio Internazionale BIOL

  • 13 anni fa
AMICA9 TV Il PREMIO BIOL è un concorso che premia il miglior olio extravergine biologico fra quelli provenienti da tutto il mondo. Al Premio Biol partecipano sia i produttori olivicoli e le cooperative, sia le aziende che imbottigliano e commercializzano olio extravergine biologico. Gli oli che partecipano alle selezioni del Premio Biol sono sottoposti a valutazioni organolettiche da giurie locali e internazionali, e all'analisi dei parametri chimici. A tutti i partecipanti viene rilasciato l'attestato di partecipazione e la certificazione BIOL QUALITA'. Quest'ultima è rilasciata per tutti quegli oli che nelle selezioni raggiungono risultati di eccellenza L'olio extravergine per le sue caratteristiche nutritive è l'alimento principe per una corretta alimentazione in grado di migliorare le condizioni di salute. Esso contiene acidi grassi simili a quelli presenti nel corpo umano e una elevata quantità di vitamine. Difende il corpo da alterazioni cutanee, da disturbi digestivi e da fenomeni di invecchiamento cellulare e aiuta a migliorare il benessere del corpo e la qualità della vita. Preservarlo dai residui chimici diventa un obbligo. L'olio biologico risponde a questo: nessun residuo e nemmeno il sospetto che possa essere inquinato, perché segue precise regole. È biologico solo l'olio ottenuto e prodotto con olive provenienti da agricoltura biologica. Ma per essere venduto con l'etichettatura consentita deve risultare adatto all'alimentazione umana, cioè può essere solo extravergine (acidità inferiore al 1%) o vergine (acidità inferiore al 2%), privo di difetti e sapori anomali. Per questo vanno controllate tutte le attività di raccolta e conservazione delle olive, estrazione dell'olio, conservazione e confezionamento dell'olio. Queste operazioni devono avvenire nel rispetto della buona pratica di frantoio e in cicli di lavorazione nettamente separati da quelli delle olive non biologiche. Ottenere olio vergine lampante all'olivicoltore biologico non serve. Per potersi fregiare del marchio con l'indicazione "Prodotto ottenuto da agricoltura biologica" è necessario che tutti gli operatori coinvolti (olivicoltori, frantoiani, imbottigliatori e commercianti) siano assoggettati al regime di controllo di un organismo riconosciuto dallo Stato, mediante l'invio di un apposito modulo (detto notifica) alla regione e all'organismo prescelto. Tutte le operazioni compiute nella propria azienda e i movimenti delle merci e materie prime utilizzate devono essere riportati su appositi registri verificabili da chiunque. Infatti solo se il consumatore avrà chiaro tutti gli sforzi che si sono dovuti sopportare per ottenere quell'olio, potrà riconoscere al produttore il giusto valore del prodotto. I maggiori controlli quindi servono non solo per evitare frodi e concorrenza sleale, ma anche per stabilire un rapporto di reciproca fiducia tra il produttore ed il consumatore. Il Reg. CEE 2092/91 stabilisce un periodo di conversione per le colture arboree di tre anni dal momento della compilazione ed invio di notifica di produzione biologica all'organismo certificatore. Tecnicamente questo tempo può diminuire se l'azienda presenta dati oggettivi e documenti sull'agroecosistema e sull'etichetta deve essere riportato prodotto:"in conversione da agricoltura biologica". Anche l'agricoltore deve aggiornarsi con corsi di formazione e così l'olivicoltura biologica diventa per lui momento di crescita culturale, ed è lui che entra in un sistema che garantisce l'informazione e il consumatore. (Il testo pubblicato in questa pagina è tratto dall'opuscolo 'Le sette regole d'oro per produrre olio di oliva biologico' edito dal C.I.Bi. con il patrocinio della Comunità Europea - Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia - P.O.P. di Puglia, e della Regione Puglia - Assessorato agricoltura, foreste, caccia e pesca - servizi di sviluppo agricolo.) 

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