A Roma "Filippo e Filippino Lippi", tra eredità e nuove invenzioni

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Roma, 14 mag. (askanews) - Padre e figlio, un'eredità ma allo stesso tempo due pittori e disegnatori diversi e indipendenti. Dal 15 maggio al 25 agosto a Roma ai Musei Capitolini, Palazzo Caffarelli, la mostra"Filippo e Filippino Lippi. Ingegno e bizzarrie nell'arte del Rinascimento" (promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura).L'esposizione vuole raccontare cento anni di Rinascimento italiano attraverso due artisti, espressione del Rinascimento toscano: dalla scoperta della prospettiva alla sua riproduzione, alle geometrie alla raffigurazione dello spazio in cui inserire la figura umana o divina. Tra le opere di Filippo Lippi su tavola c'è la "Madonna Trivulzio del Castello Sforzesco di Milano"."Questo modo in cui cerca di capire intellettualmente la geometria dello spazio lo porta alla sovrapposizione di due piani nella sua pittura: la dimensione spirituale e la dimensione mondana, che è lo spazio dato dalla prospettiva e questa è forse la cifra più interessante di Filippo Lippi, il modo in cui lui conia la spiritualità di inizio '400 con l'aspetto mondano della vita. Un artista capace di stare nel suo tempo ma con la testa nella dimensione creativa, un genio assoluto".Il doppio registro di Filippo Lippi, ufficiale e privato, viene mostrato anche con due piccole tavole della Galleria degli Uffizi, l'Annunciazione della Vergine e i Santi Antonio Abate e Giovanni Battista, accostate alle due più grandi raffiguranti i Santi Agostino e Ambrogio, Gregorio e Girolamo della Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Torino, che formavano i laterali di un trittico il cui centro è al Metropolitan Museum di New York. L'artista fiorentino viene raccontato anche attraverso disegni e documenti provenienti dagli archivi di Firenze e Spoleto, mentre la parte dedicata al figlio, Filippino Lippi, nato dalla fuga d'amore con Lucrezia Buti che studiava nel convento di Prato, ne mostrano l'evoluzione: dall'influenza del padre, con cui si formò, agli insegnamenti nella bottega di Sandro Botticelli a Firenze."Cresce con il Botticelli che ha trovato una sua cifra stilistica e da Botticelli eredita una concezione figurativa diversa, della figura femminile anche angelica; Filippino nel 1483 è pronto a fare capolavori indipendenti dal modello paterno e diventa una personalità autonoma" spiega La Malfa.In mostra ci sono alcuni pezzi che difficilmente vengono esposti: "Per la prima a volta a Roma vediamo i Tondi di San Gimignano che sono due tondi su tavola rarissimi, delicatissimi, prestati dal Museo Civico di San Gimignano, abbiamo chiesto ai Musei dgli Uffizi un'Annunciazione di Filippo Lippi che di solito non è in mostra nelle gallerie. Abbiamo deciso di cogliere l'occasione per mostrare opere più rare".Il percorso si chiude con un disegno di Filippino Lippi che illustra l'ingegnosa invenzione realizzata nell'impresa ad affresco per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma nella cappella del cardinale napoletano Oliviero Carafa.

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