Secondo giorno di elezioni presidenziali in Russia, tensione alta alle urne

  • 2 mesi fa
Mosca, 16 mar. (askanews) - Secondo di tre giorni di elezioni presidenziali in Russia. I seggi elettorali hanno aperto venerdì 15 marzo alle 8 nella penisola della Kamcatka, situata all'estremo est della Russia per chiudere domenica 17, alle 20 (ora locale) a Kaliningrad, enclave russa confinante con Polonia e Lituania.Circa 110 milioni di cittadini russi sono chiamati al voto praticamente per riconfermare al Cremlino per un quinto mandato (il terzo consecutivo), Vladimir Putin - che ha votato online - unico favorito nella corsa elettorale.In questa maratona di tre giorni che, appunto, prevede anche il voto via internet, l'affluenza nel primo giorno è stata del 36,09 per cento alle 22 ora di Mosca (le 20 in Italia). Diverse regioni, comprese quelle dell'Ucraina occupate dalle forze russe, hanno potuto votare in anticipo.Come, per esempio, l'oblast russa di Belgorod, teatro di incursioni e bombardamenti con morti e feriti, dove l'affluenza ha superato il 67 per cento, secondo la sezione locale della commissione elettorale.Proprio a Bolgorod un drone ucraino, nelle ultime ore, ha colpito un'auto causando il ferimento delle cinque persone a bordo.Le elezioni presidenziali russe, considerata la situazione di tensione per il conflitto in corso con l'Ucraina, non si svolge per nulla in un clima sereno. La tensione alle urne è alta; Mosca ha chiesto di assicurare un maggior livello di sicurezza nei pressi delle proprie ambasciate all'estero, in particolare negli Stati Uniti per tutelare i cittadini che si recheranno a votare nelle diverse sedi diplomatiche.Secondo le autorità, inoltre, in Russia sono state arrestate almeno tredici persone per aver danneggiato i seggi elettorali, un reato punibile con la reclusione fino a cinque anni. In almeno 7 casi, infine, e schede elettorali sono state deturpate con vernice verde, il Zelyonka, un colorante antisettico con cui molti oppositori sono stati presi di mira negli ultimi dieci anni, compreso lo stesso Alexsei Navalny, nel 2017.

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