Cobar, le nuove sfide dei grandi restauri: Torino, Roma e Napoli
  • 3 mesi fa
Roma, 29 gen. (askanews) - Ridare vita al passato guardando verso il futuro, nel rispetto dei disegni originari e dei materiali sopravvissuti all'azione del tempo. Cobar Spa, azienda impegnata nelle opere di restauro, manutenzione e risanamento conservativo dei beni monumentali, si confronta da anni con il restauro di opere simbolo del nostro Paese, pezzi di storia dell'architettura italiana e veri e propri gioielli patrimonio dell'umanità. Dagli Ipogei del Colosseo al Palazzo Reale di Caserta, dal Museo Archeologico di Reggio Calabria dove sono custoditi di Bronzi di Riace fino al Teatro Petruzzelli di Bari: l'impegno di Cobar è ampio e ora, grazie ai fondi del Pnrr, a Torino si sta occupando della riqualificazione del complesso Sottsass-Nervi di Torino Esposizioni. L'idea di fondo è ricreare un polo attrattivo di grande interesse culturale (Nuova sede della Biblioteca Civica Centrale, Teatro Nuovo, Campus delle Architetture), tra memoria e contemporaneità, mantenendo gli elementi originali rimasti, assegnando così al sito il ruolo di secondo polo di attrazione cittadino accanto al Museo Egizio.Cobar sta anche ultimando il restauro della sede dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato a Roma. L'edificio è uno degli immobili che meglio rappresentano lo stile liberty nella Capitale. Gli interventi di valorizzazione consistono nel restauro delle facciate, nel consolidamento strutturale, nell'adeguamento sismico e nella realizzazione di nuove facciate continue in sopraelevazione. Si è lavorato anche per ripristinare l'originaria cromatura dello stucco decorativo.Infine Napoli, dove Cobar è al lavoro su un altro progetto ambizioso. Si tratta del Real Albergo dei Poveri, una delle più grandi costruzioni settecentesche d'Europa, che l'azienda trasformerà in un polo metropolitano che unisca più vocazioni."L'emozione più grande è quando completiamo questi lavori, perché ridiamo alla società un bene architettonico restaurato con tutti i confort delle tecnologie moderne e soprattutto rifunzionalizzato, perché purtroppo in Italia abbiamo ancora tanti di questi beni da riprendere e restaurare", commenta Vito Matteo Barozzi Amministratore Delegato Cobar.
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