Cinque opere contemporanee per "perdere le tracce" a Torino

  • 7 mesi fa
Torino, 25 ott. (askanews) - Un percorso itinerante in cinque luoghi del centro di Torino per portare in città opere d'arte della collezione della Fondazione per l'arte moderna e contemporanea CRT. È il progetto espositivo "Dove finiscono le tracce", mostra diffusa realizzata in dialogo con Artissima per offrire il linguaggio della contemporaneità in luoghi di cultura diversi dai musei."Artissima - ha detto ad askanews Luigi Cerutti, segretario generale della Fondazione per l'arte moderna e contemporanea CRT - ha lavorato con la nostra collezione che all'interno si trova le due principali musei della città, la GAM e il Castello di Rivoli, e ha selezionato cinque opere che vengono oggi innervate nel tessuto della città in cinque grandi luoghi di cultura. Palazzo Persone di San Martino, ovviamente, sede della nostra fondazione, Palazzo Madama, Teatro Carignano, Museo del Risorgimento e il Teatro Regio di Torino. Un itinerario alla scoperta di Torino, per le persone che ancora non la conoscono, e anche un itinerario di riscoperta per noi Torinesi che dobbiamo ricordarci di grandi valori culturali che questa città è in grado di esprimere". Le opere esposte sono una scultura in marmo di Francesco Gennari; un arazzo in lana mohair di William Kentridge; un'installazione sonora di Cally Spooner; una serie di bandiere cucite insieme dalle ex detenute del carcere Le Vallette di Torino per Peter Friedl e un film digitalizzato dedicato a una sedia di Carlo Mollino dall'artista britannico Simon Starling."Poter aprire le porte di questi cinque spazi utilizzando la nostra collezione ai grandi visitatori dell'arte che verranno in quei giorni - ha aggiunto il segretario della Fondazione - è per noi un motivo di orgoglio, oltre che un elemento strategico di visione su quello che è il nostro futuro, cioè un futuro che sia fatto di grande attenzione alle forze e alle energie culturali che la città è in grado di sprigionare, ma ha anche grande interesse nel farlo su una scala internazionale e mondiale".La mostra diffusa è poi anche un'occasione per esprimere, fuor di metafora, un atteggiamento, per così dire, programmatico della Fondazione. "Con Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, la nostra presidente - ha concluso Luigi Cerutti - abbiamo subito voluto mettere al centro l'idea di una fondazione aperta, più aperta e più inclusiva se possibile".La mostra "Dove finiscono le tracce", che vuole fin dal titolo indicare che solo perdendo i riferimenti consueti si ritrova davvero il contemporaneo, è visitabile nelle diverse sedi fino al 12 novembre.

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