Bologna - Frode fiscale, coinvolta azienda di carrelli elevatori (31.07.20)

  • 4 anni fa
https://www.pupia.tv - All’esito delle indagini svolte congiuntamente dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza e dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Bologna, nella giornata odierna è stata data esecuzione nelle province di Bologna, Perugia e Torino al provvedimento di applicazione della misura cautelare del “divieto temporaneo di esercitare attività professionali o imprenditoriali” emesso dal gip del Tribunale di Bologna, Gianluca Petragnani Gelosi, nei confronti di otto soggetti responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione e frode fiscale.

L’attività d’indagine, delegata dalla Procura della Repubblica di Bologna e diretta dal sostituto procuratore Morena Plazzi, si innesta in un filone investigativo particolarmente complesso che, nel tempo, ha visto coinvolte svariate società, emiliane e non, attraverso la riproduzione di un collaudato ed insidioso schema di frode.

Il programma criminale messo in atto prevedeva l’individuazione e l’acquisizione di società affermate e solide sul territorio, ma vertenti in situazioni di momentanea difficoltà finanziaria, da sfruttare per ottenere crediti dalle banche mediante la presentazione di finti business plan o richieste di anticipo su fatture (ovviamente false). Nel caso di specie, l’analisi svolta è stata incentrata sulla posizione fiscale e tributaria di una società avente per oggetto il commercio all’ingrosso e la manutenzione di carrelli elevatori. L’impresa, coinvolta in un vorticoso meccanismo di fatture false, di indebite compensazioni di crediti inesistenti e di frodi perpetrate nei confronti di istituti di credito felsinei, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna nel 2014.

Dissimulando il dissesto e lo stato d’insolvenza della società, gli indagati dopo aver incassato crediti dalle banche per rilevanti importi, mascherando le uscite di denaro dalla società attraverso false fatture verso terzi compiacenti, incassavano liquidità e patrimoni per poi dileguarsi. Il tutto con gravissime ricadute sull’economia del territorio sia da un punto di vista economico che finanziario causando danni ingenti per oltre 6 milioni di euro al sistema bancario, a quello degli istituti di leasing e all’Erario.

Le contestazioni dei reati di bancarotta sono state ricostruite grazie a complesse indagini tecniche condotte congiuntamente da Guardia di Finanza e Carabinieri che hanno portato alla luce condotte e atteggiamenti degli indagati che non mancavano di millantare conoscenze molto influenti all’interno delle istituzioni. (31.07.20)