Il futuro di Mossul passa da Parigi
  • 7 anni fa
Mentre intorno a Mossul si combatte, a Parigi ministri degli Esteri di vari Paesi preparano la pace, pensando già a come gestire la situazione dopo l’auspicata caduta della roccaforte dell’Isil.

Rimangono evidenti le divergenze tra le forze che stanno intervenendo nell’area.
Ai Paesi sunniti che puntano il dito contro gruppi come le Brigate Hezbollah, considerati emanazioni dell’Iran, risponde il ministro degli esteri ed ex premier iracheno Ali Jaafari, sciita.

“Non c‘è ragione di preoccuparsi per la presenza delle milizie sciite” assicura Jaafari. “Queste forze sacrificano i loro figli per la liberazione di Mossul. Tutti coloro che dicono che queste forze di mobilitazione popolare commettono crimini o omicidi mentono, dovrebbero portare prove. Tutti combattono sotto il comando dell’esercito iracheno. Tali forze rientreranno in patria non appena questa situazione eccezionale sarà finita.”

Il suo omologo francese Jean-Marc Ayrault si è detto fiducioso sulle possibilità di sconfiggere l’Isil a Mossul, ma ha aggiunto che poi la battaglia dovrà continuare e si dovrà preparare la “stessa
offensiva su Raqqa”, in Siria.
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