A Villa Torlonia, nel rifugio di Mussolini

  • 10 anni fa
Giardini di Villa Torlonia, Roma. Qui si nascondeva il dittatore. L’accesso, una volta, confuso tra le sterpaglie, un corridoio lungo e stretto per raggiungere l’alloggio vero e proprio.

A 69 anni dalla morte di Benito Mussolini, è stato aperto al pubblico il primo dei rifugi sotterranei che fece costruire per sé e la sua famiglia durante la seconda guerra mondiale, nella sua residenza romana.

Porte in acciaio, un telefono per comunicare con l’esterno. Un paio di nicchie, che tuttora ospitano uno scrittoio, una branda, un gabinetto. Ma anche un sofisticato impianto di aerazione e filtraggio, in grado di garantire ossigeno a 15 persone per 3-6 ore.

Tre differenti vie di fuga. Ma non era ancora abbastanza, per la sicurezza del “duce”.

Il presidente dell’associazione “Sotterranei di Roma”, Marco Placidi, racconta che “quando Mussolini decise, dopo l’entrata in guerra, di fare un rifugio per sé e la famiglia, di concerto col principe di Torlonia pensò di adattare una cantina per il vino a rifugio antiaereo. Ma non era dotato di materiale che avrebbe resistito a eventuali bombardamenti, per cui si decise di fare un altro rifugio all’interno del complesso del Casino nobile”.

Il primo bunker fu realizzato nel 1940. Mussolini poté utilizzarlo fino al ’43, anno in cui venne arrestato, a luglio, per poi fuggire qualche mese dopo e dare vita alla Repubblica di Salò.

La tragica vicenda del ventennio fascista si concluse del tutto due anni dopo, quando Mussolini fu catturato, ucciso e poi esposto a piazzale Loreto a Milano. Pagine che, secondo il sindaco di Roma Ignazio Marino, debbono essere relegate al passato, ma conservandone la memoria.

“Riteniamo davvero che quello che è successo nel secolo scorso non debba accadere mai più. Per questo è così importante essere qui oggi. Dobbiamo insegnare ai nostri bambini concetti fondamentali come la libertà e che tutti sono stati creati uguali”.

Oltre al primo bunker, mai aperto al pubblico finora, il percorso prevede anche gli altri due rifugi ricavati sotto al Casino Nobile, visitabili già nel 2006 ma poi chiusi per la presenza di gas radon, dai quali sono stati bonificati.

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