Ucraina: parte bene cessate il fuoco, ma disaccordo su status regioni orientali
- 10 anni fa
Le armi tacciono nell’Ucraina orientale: sia Kiev sia i ribelli confermano che poco dopo le sedici locali i combattimenti sono cessati.
Conferme anche da giornalisti sul posto, una sola fonte parla di tre esplosioni sentite nei pressi di Donetsk pochi minuti dopo l’inizio della tregua, ma non è chiaro di cosa si sia trattato e non vi sono conferme.
L’accordo è stato negoziato in mattinata a Minsk, in Bielorussia, con la mediazione dell’Osce che veglierà anche sul rispetto della tregua. Secondo il presidente ucraino Petro Poroshenko, uno dei punti fondamentali è il mantenimento dell’integrità territoriale ucraina:
“In questo protocollo ci sono dodici passi per la pace e la stabilità nella regione di Donetsk e Lugansk – ha detto dal Galles, dove ha partecipato al vertice della Nato -: rispettando la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza dell’Ucraina”.
L’accordo raggiunto sarebbe basato sul suo piano di pace, che prevede anche forme di decentramento.
Su questo i ribelli filo-russi però non concordano: non si è discusso dello status di quelle regioni, precisano.
Previsto anche il ritiro delle armi pesanti ma la permanenza dei combattenti nelle posizioni occupate attualmente. E poi lo scambio di prigionieri, che secondo Poroshenko può iniziare già domani.
Conferme anche da giornalisti sul posto, una sola fonte parla di tre esplosioni sentite nei pressi di Donetsk pochi minuti dopo l’inizio della tregua, ma non è chiaro di cosa si sia trattato e non vi sono conferme.
L’accordo è stato negoziato in mattinata a Minsk, in Bielorussia, con la mediazione dell’Osce che veglierà anche sul rispetto della tregua. Secondo il presidente ucraino Petro Poroshenko, uno dei punti fondamentali è il mantenimento dell’integrità territoriale ucraina:
“In questo protocollo ci sono dodici passi per la pace e la stabilità nella regione di Donetsk e Lugansk – ha detto dal Galles, dove ha partecipato al vertice della Nato -: rispettando la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza dell’Ucraina”.
L’accordo raggiunto sarebbe basato sul suo piano di pace, che prevede anche forme di decentramento.
Su questo i ribelli filo-russi però non concordano: non si è discusso dello status di quelle regioni, precisano.
Previsto anche il ritiro delle armi pesanti ma la permanenza dei combattenti nelle posizioni occupate attualmente. E poi lo scambio di prigionieri, che secondo Poroshenko può iniziare già domani.