Il british Indi pop e le sue sapienti miscele

  • 10 anni fa
Un po’ evanescenti, un po’ indefinibili, anche per aver cambiato tante volte il loro nome, “The 1975”, sbocciati nel 2002 hanno manipolato influenze musicali diverse e cavalcato serate da pub per poche persone prima d’imporsi con un sound esportabile fino in capo al mondo. A settembre intanto hanno scalato tutte le hit britanniche con l’album intitolato al loro stesso nome “The 1975”.

Matthew Healy, artista: “Credo che l’album sia quello che debba essere un qualunque buon disco pop. A tratti è un po’ come la colonna sonora della tua vita e credo che abbia il senso di molte giovani vite in certi momenti. Quello che ho capito è che un album è un po’ una colonna sonora ed è bello perchè è quello che volevamo fare: la colonna sonora della nostra gioventu’ e di quei giovani che si struggono o coloro che hanno vissuto la goiventu’ fino ad ora e possono apprezzare questo”.

“The 1975” ha il merito di mixare echi da Talking Heads, Peter Gabriel con un sottofondo funk che accende atmosfere esuberanti peraltro melodiche. Ecco l’apparato di brani come “City”, “Girls”, “Settle Down”, “Chocolate”.

Matthew Healy, artista: “ Si indicano idee in noir con elementi cinematografici che per il pubblico diventano prospettive molto chiare. Ma è anche vero che noi le abbiamo provate milioni di volte, non volevamo buttarci via agli esordi, non volevamo metterci al di fuori di tutto questo. Ecco la ragione per la quale abbiamo girato tutto in bianco e nero per rimouve un po’ tutto il contesto”.

Daniel George Daniel : “E’ stata una specie di omogeneizzazione di tutto per osservare una sola cosa”.

Destinati ad un target under-25 i “The 1975” sono adesso in tour mondiale.

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