Carrie (by K. Peirce & M. Parisi)

  • 10 anni fa
Brrr! Allacciatevi bene i cappotti e alzatevi i baveri: i venti di remake spirano più forte della bora. Chi ricorda il sottotitolo della Carrie originale, quella diretta nel 1976 da Brian De Palma? Era “Lo sguardo di Satana”. Chi ha risposto giusto non ha vinto niente, speriamo che non se la prenda, comunque per tornare al nostro tema, quel sottotitolo era una sintesi notevole perché riassumeva in poche parole il film più di una trovata che avrebbe potuto ideare un ‘creativo’ degli uffici stampa. Nel 2013 è stato approntato il nuovo remake di Carrie a firma di Kimberly Peirce. Si tratta, più precisamente, di una nuova lettura del romanzo. A Hollywood è ormai conclamata la mania del riprendere qualcosa di successo e riproporla sotto un’altra luce: quella del terrore. Parlando di venti di remake, alla Carrie in celluloide vestita, non si può non aggiungere la sua omonima di pentagramma adornata. Va da se, e non si deve fare nemmeno una gran fatica, visto il successo strepitoso e planetario che riscosse nello scorcio del millennio morente, che qui si fa riferimento alla Carrie di hair rock marchiata e proveniente dalla fredda(?) e nordicissima Svezia dei magnifici 5 vichinghi Europe. Chiudiamo questo riassuntivo prologo citando l’aspetto ‘remake’ del nostro affaire argomentativo, ovvero la versione ‘mimmoparisistyle’ di Carrie del rockantautore Mimmo Parisi.
Buon remake a tutti e 1) andatevi a vedere la nuova Carrie cinematografica; 2) ascoltate la reinterpretazione di Mimmo Parisi.

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