Sharon: ex portavoce "comprese la necessità di vincere la battaglia per la pace"
  • 10 anni fa
In Israele sono ore di lutto per la morte di Ariel Sharon. Oggi è in programma l’omaggio alla Knesset, il parlamento israeliano. Domani i funerali dell’ex premier, spentosi a ottantacinque anni, dopo otto anni di coma.

Esponente della destra nazionalista più estrema, negli ultimi anni riconvertitosi a un fare più moderato, Sharon è stata una personalità controversa nel suo stesso paese. Il suo bilancio politico e militare lo faceva adorare o odiare, senza mezze misure. Per gli israeliani a lui più vicini non era altri che ‘il leone di Dio’, incarnando il significato del suo nome in ebraico.

“Il popolo di Israele china il capo per la dipartita dell’ex premier Ariel Sharon – le parole del primi ministro israeliano, Benjamin Netanyahu – Arik ha contribuito alla sicurezza dello Stato, alla sua difesa. Lo ha fatto perché sapeva che il popolo ebraico deve essere in grado di difendere il proprio unico paese da solo, con i propri mezzi. La sua memoria sarà per sempre nel cuore della nazione”.

“Lui non conosceva la paura, ha preso decisioni difficili e le ha attuate con coraggio – ha aggiunto il capo dello Stato, Shimon Peres – Dai primi anni e in seguito abbiamo mantenuto la nostra amicizia nel modo più commovente. Mi mancherà e lo ricorderò con tenero affetto”.

Omri e Gilad Sharon, i due figli dell’ex premier, hanno già scelto il luogo della sepoltura. Nella fattoria di famiglia, a Shikmim, accanto alla tomba della moglie.

È stato il vittorioso Generale della guerra del Kippur, ma anche “il macellaio” di Beirut, accusato di responsabilità indiretta nel massacro di Sabra e Shatila.
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