Gli arresti per la sparatoria di Riccione. Ha confessato l'autore dello sparo

  • 11 anni fa
Con un'indagine lampo i Carabinieri di Riccione hanno assicurato alla giustizia i componenti di uno dei due gruppi coinvolti nella sparatoria di lunedì pomeriggio in Piazzale Azzarita. Sono il 27enne Angelo Cornacchia, i ventenni Michele Conticchio e Filippo Linzotti, il 23enne Fabio Conticchio: i primi tre residenti a Gravina di Puglia, il quarto di Altamura, ma domiciliato a Rimini, dove lavora come pizzaiolo. Dovranno rispondere di tentato omicidio aggravato in concorso. Tra loro la persona che ha sparato ad uno dei componenti del gruppo rivale, formato in prevalenza da campani: è Michele Conticchio, che ha confessato in lacrime di aver fatto fuoco, a scopo di intimidazione, verso A.D., giovane di Cosenza, ferito al ventre. La pistola però non è stata ancora ritrovata. Il primo ad essere fermato è stato il Cornacchia. Michele Conticchio e Linzotti si erano già dati alla fuga e sono stati intercettati al casello di Bari Nord. Fabio Conticchio è stato l'ultimo del gruppo a finire in manette. Determinante per il felice esito dell'operazione anche la testimonianza di alcuni turisti. I membri del gruppo rivale rischiano invece un'incriminazione per rissa. Oltre al cosentino ferito dallo sparo, un altro giovane è stato colpito dal calcio della pistola, riportando una ferita al capo. La loro automobile, una Polo Volkswagen, è stata invece intercettata nella provincia di Forlì-Cesena.

Le indagini dei Carabinieri proseguono per individuare il movente. L'ipotesi più accreditata è quella di un regolamento di conti per questioni legate allo spaccio. I giovani pugliesi hanno fornito una versione diversa. La notte prima della sparatoria avevano litigato con i campani in discoteca. I giovani si conoscevano già ed erano soliti frequentare gli stessi locali della Riviera. Motivo del litigio uno sgarbo da parte dei campani: l'auto dei pugliesi era rimasta in panne e loro non si erano fermati per prestare assistenza. In discoteca i due gruppi, pronti a venire alle mani, erano stati separati dall'intervento dei buttafuori. Da lì la decisione di regolare i conti in un altro luogo e in un altro orario.

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